Partendo dalle precisazioni del post precedente, possiamo
ipotizzare che la celebrazione dell’Eucaristia
sia stata l’evento culminante della cena solo per gli apostoli; non per
il discepolo prediletto (Giuseppe) al quale, in quell’occasione, sarebbe stata
invece rivelata la relazione profonda del sangue di Cristo con il suo ritorno
alla vita (sangue e vita: il segreto di Abramo) alla fine dei tempi (“finché
egli venga”). Un’ipotesi al riguardo, proposta nel mio libro sul Graal,
trova conferma nella decifrazione del messaggio di Nostradamus.
Le parole segrete di Boron relative al Graal, rivelate a
Giuseppe, altro non sarebbero se non la spiegazione di questo mistero,
accompagnata dalle istruzioni di raccogliere il sangue di Gesù; cosa che
Giuseppe fece, sempre secondo Boron, quando ne depose il corpo dalla Croce. E’
solo finzione narrativa il fatto che, nella versione romanzesca, il segreto
venga svelato a Giuseppe durante la sua permanenza in prigione, nel corso di
un’apparizione del risorto.
Altra finzione è che Giuseppe abbia utilizzato la coppa che,
ancora secondo Boron, era stata usata per celebrare il sacramento durante
l’ultima cena. Difficile immaginare che egli sia andato a prendere il cadavere di
Gesù con una coppa in mano! Sarebbe stato invece utilizzato un piccolo
contenitore, che Nostradamus chiama “urna”.
Da Giuseppe, quindi, sarebbe nata una nuova linea di
successione, in perpetuazione di quella declinata da Matteo, ma diversa da
quella di Pietro, che si perpetua nella Chiesa Cattolica. Ecco perché egli non
esalta l’istituzione dell’Eucaristia nel corso dell’ultima cena, trattandosi di
evento che assume rilievo particolare solo per gli apostoli, i quali dovranno
svolgere una missione pubblica; lui, invece, dovrà svolgere una missione
riservata (la custodia del sacro sangue), che giustifica il suo silenzio. La
scelta di non rivelare il suo nome, nel Vangelo che ci ha lasciato, conferma la
sua decisione di restare nell’anonimato e di salvaguardare il contenuto della
sua missione.
Non finisce qui.
L’esistenza di un incarico segreto affidato al discepolo
misterioso emerge da alcune parole di Gesù; è proprio la gelosia per
quell’incarico particolare a fornire una convincente spiegazione per l’ostilità
che la Chiesa ha sempre manifestato nei confronti di Giuseppe.
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